Ricordate l’interrogazione a Mark Zuckerberg, CEO di Facebook, di fronte al Congresso USA? Vi è stata in generale una ottima gestione della crisi da parte sua. Vale la pena sottolineare due cose:

  1. Il buon Mark qualche volta è andato nel pallone (tuttavia controllandosi) e la relativa comunicazione non verbale è stata palese (pallore, deglutizione e palpebre bloccate), soprattutto davanti ad una Senatrice, fra le ultime a porgli domande.
  2. La Senatrice di cui sopra a sua volta è stata una eccellente comunicatrice, non sapeva assolutamente nulla dell’argomento, ma ha usato molte tecniche di comunicazione da manuale: da un lato lo bacchettava e dall’altro lo rispettava. Ha esordito con vari apprezzamenti sulla sua presenza e volontà, poi una bella “clava in testa” sul dover passare ad un vero “change” (per quanto concerne la privacy degli utenti), poi ancora gentilezza. Lui la ascolta terrorizzato, cerca di rispondere e lo fa in modo non esaustivo e lì il capolavoro di lei con un “lasci che l’aiuti” rifilandogli una gran ramanzina leggendo contestualmente una carta già preparata.

Come è andata tirando le somme?

Il CEO di Facebook resta sempre educatissimo con lei e tutti, non ha mai interrotto nessuno e tutti lo hanno sempre interrotto (con molto rispetto comunque). L’imprenditore non si è nascosto sotto la sabbia, si è preso le sue responsabilità ed ha fornito spiegazioni (laddove poteva) assicurando sul miglioramento futuro.

Un evento denso di contenuti da analizzare in termini di Comunicazione.

Facebook ha perso miliardi in borsa con questa crisi ed una buona Comunicazione è l’unica cosa che può aiutare l’azienda in questo cruciale momento: infatti il titolo è poi volato in borsa!