Esaminiamo un attimo la Comunicazione soprattutto in tempi di “tragedie”.

A seguito degli eventi sismici i Premier italiani sono giustamente intervenuti nelle zone interessate. Si sono sempre presentati con un “dress code” adeguato ed Istituzionale (giacca e cravatta).

Il primo a rompere detto schema dalle nostre parti fu il Presidente Obama (un ospite ovviamente in occasione del G8) a L’Aquila, fungendo da “modello” in generale per le più importanti riunioni di partito durante gli speech del Leader di turno. Tuttavia solamente nei contesti appena citati.

Abbiamo assistito ultimamente al Premier Conte alle prese con la sua prima visita ad Amatrice in sola camicia (senza nemmeno cravatta: Renzi lo fece solo nelle successive visite).

Ma perchè il Premier Conte, estremamente raffinato, forse il più elegante dei Premier che si ricordi, arriva in queste zone soltanto in camicia per poi avvolgere le maniche subito dopo? Per il caldo di giugno?

Non proprio.

Quando Obama arrivò a L’Aquila fece scalpore perchè per la prima volta si vide un’altissima carica Istituzionale (nel suo caso persino la più importante del mondo occidentale) nei panni di un uomo come tanti e che si “rimbocca” le maniche per agire.

L’immagine infatti che venne subito fuori fu quella dell’ “Uomo del Fare”, per questo motivo replicata da molti Leader nostrani durante le proprie convention politiche.

L’esempio di Obama e non solo

Conte, probabilmente sotto consiglio di un buon Consulente d’Immagine, sta a sua volta riecheggiando questo simbolo ed anzi va oltre: via la cravatta! Forse l’ultimo retaggio di un “politichese” oggi molto vituperato proprio perchè simbolicamente associato ad inerzia e problemi irrisolti.

I nuovi simboli della politica, di quella sana e positiva (se poi produce risultati è davvero un altro paio di maniche e si rimanda ciò alla valutazione di ognuno) sono:

  1. la giovane età (Obama si tinse i capelli per poi apparire brizzolato pochi mesi dopo il giuramento alla Casa Bianca; Berlusconi ha fatto vari interventi estetici ecc.);
  2. parlare il linguaggio della gente (la Comunicazione di Di Maio e Salvini viaggia su questo binario);
  3. essere persone che fanno, che producono fatti (è stato il leitmotiv delle ultime campagne elettorali a livello praticamente mondiale: da Trump fino alla Merkel).

Un buon Comunicatore non prescinde ormai da queste semplici regole ed anzi, se veramente bravo, ne crea per l’appunto di nuove!